Missione archeologica della Soprintendenza dei Beni Culturali della Regione Lazio e dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro
Dzalisa: culla del vino in epoca romana
Il sito archeologico di Dzalisa è situato nella valle di Mukhrani, a 50 chilometri a nord ovest di Tbilisi e a circa 20 chilometri da Mtskheta, antica capitale del regno dell’Iberia durante il terzo secolo a.C.. La missione italiana, cofinanziata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale italiano e realizzata dalla Soprintendenza dei Beni Culturali della regione Lazio e dall’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro in stretta collaborazione con il Museo Nazionale della Georgia, si concentra sulle possibilità di realizzazione di interventi di restauro e valorizzazione del grande mosaico del Frigidarium di una Villa romana di epoca tardo antica, raffigurante Dioniso ed Arianna con corteggio bacchico ed iscrizione. La presenza di un mosaico a sfondo dionisiaco in una terra che si vanta di essere patria della produzione del vino, in una regione che tutt’oggi offre una produzione enologica di alta qualità, costituisce per la Georgia una testimonianza dal valore simbolico straordinario.
L’insediamento di Dzalisa, località citata da Tolomeo (Geographia, 10,3) come una delle principali città dell’Iberia, è molto esteso e complesso, ed è a buon diritto da includere tra i più interessanti siti archeologici della Georgia. Scavi effettuati negli anni ’70 hanno messo in luce strutture appartenenti a quattro complessi di domus, con annessi impianti termali e piscine con impianti di irrigazione e approvvigionamento delle acque. Nelle vicinanze è altresì presente una necropoli.
Il mosaico policromo su cui si sta concentrando la missione italiana, datato al IV secolo d.C., sembra essere uno dei più antichi rinvenuti nel Caucaso. Esso ricopre il pavimento del primo dei tre ambienti della cosiddetta domus. Il mosaico, attualmente protetto da una copertura, ha una superficie ancora ricoperta da depositi superficiali incoerenti, da efflorescenze saline, da patine biologiche e da residui di un fissativo utilizzato in un precedente intervento.
Il campo centrale quadrato del mosaico è delimitato lateralmente da un motivo a ghirlanda con foglie di alloro, all’esterno del quale si trovano due ampie fasce con losanghe a fondo monocromo; nella parte superiore è presente una fascia a girali con figura centrale antropomorfa, mentre nella parte inferiore si può osservare un motivo policromo a losanghe. Lo spazio del campo centrale è ripartito da una cornice che delinea una croce greca e crea quattro riquadri esterni, nei quali sono rappresentate figure femminili e figure alate; al centro della decorazione sono rappresentati su un carro Arianna e Dioniso, identificati da una iscrizione. A destra dei due personaggi è collocato un grande tripode con tralci di vite. Altre due figure femminili sono raffigurate al disotto dei girali e al centro di esse è posta una iscrizione in greco, il cui testo risulta essere piuttosto lacunoso anche a causa dell’inserimento nella pavimentazione di grandi orci in terracotta, da attribuirsi a fasi successive, di riuso degli ambienti.
Durante il primo sopralluogo, compiuto dal 15 al 20 al novembre 2010 dalle Dottoresse Annalisa Zarattini, Giovanna De Palma e Daniela Gennari, è stata effettuata una ricognizione volta ad individuare lo stato di conservazione della pavimentazione musiva. Oltre alla documentazione fotografica delle principali forme di degrado presenti sono stati condotti alcuni test di pulitura ed un campionamento finalizzato alla caratterizzazione dei materiali costitutivi originali e di restauro.