Periodo protovillanoviano (XII-X secolo a.C.)
Alla fine dell’età del Bronzo, un periodo di intense trasformazioni per la penisola italiana, gli insediamenti dell’Italia centrale tirrenica erano accomunati da una cultura detta protovillanoviana per le affinità con i caratteri distintivi del successivo periodo villanoviano.
Periodo villanoviano (IX- seconda metà dell’VIII secolo a.C.)
Agli inizi dell’età del Ferro, questi villaggi si unirono in grandi centri abitati, “protourbani”, le future città etrusche. Caratteristica di questo periodo fu l’adozione del rito incineratorio, con le sepolture costituite da un pozzetto nel quale era deposta un’urna di impasto per contenere le ceneri del defunto, di forma biconica o a capanna, e il corredo funerario. Agli inizi del VIII secolo a.C, con la fondazione di Pithecusa (Isola di Ischia) da parte di genti provenienti dall’Eubea, i centri protourbani entrarono in contatto con i greci acquisendo non solo mercanzie ma nuovi saperi e differenti modelli di vita.
Periodo orientalizzante (ultimo ventennio VIII secolo a.C.- primo ventennio VI sec.a.C.)
Le ingenti ricchezze, ottenute dalle aristocrazie emergenti con lo sfruttamento delle straordinarie risorse minerarie e agricole, portò in Etruria una massiccia quantità di prodotti di lusso dal Vicino Oriente. Nel VII secolo a.C., momento del pieno sviluppo della cultura orientalizzante, le sepolture raggiunsero livelli di straordinaria ricchezza e di complessa ritualità e, nello stesso momento, le classi dominanti rivolsero le loro esigenze di fasto alla realizzazione delle grandi dimore.
Civiltà urbana VI – V sec.a.C.
I grandi centri protourbani si svilupparono in Città-Stato connotate da un assetto e da un’organizzazione dovuta a una situazione economica molto vantaggiosa venutasi a formare agli inizi del VI sec.a.C.. Il potere, non più appannaggio del solo ceto aristocratico, era condiviso con una componente della società formata da individui liberi, un “ceto di benestanti”, che traeva la propria forza da attività produttive, di scambio e dal possesso della terra. L’arrivo di aristocratici, mercanti e artigiani dalle città della Grecia orientale (Ionia) determinò l’adozione di modi di vita caratteristici delle opulente società dell’Asia Minore con profondi mutamenti e uno straordinario incremento della produzione artistica e artigianale. Alla fine del VI a.C. l’Etruria è una realtà politica ed economica complessa pienamente inserita nello scacchiere mediterraneo.
Il periodo del cambiamento e la romanizzazione IV – II sec a.C
Dopo la caduta Veio nel 396 a.C ad opera di Roma, le città dell’Etruria, con diverse modalità,
adottarono nuovi strumenti ideologici e modificarono il rapporto tra le grandi Città-Stato e il territorio circostante apportando profondi cambiamenti nell’organizzazione degli insediamenti. Le compagini sociali imposero una ripresa delle attività economiche rivitalizzando il commercio e l’artigianato con l’avvio di produzioni di stampo industriale. Nel corso del II secolo a.C. l’abile politica portata avanti dalla repubblica romana, sfruttando la fragile coesione tra le città etrusche le conquistò una dopo l’altra, determinando la perdita dell’autonomia politica degli Etruschi.