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La scrittura

La scrittura alfabetica compare in Etruria nella seconda metà dell’VIII secolo a.C., momento in cui gli Etruschi accolsero i segni dell’alfabeto greco-euboico utilizzato dai naviganti fondatori di Pithecusa. Le esigenze di natura commerciale, volte ad agevolare gli scambi, furono tra le cause dell’introduzione della scrittura in Etruria, esigenze pilotate dalle aristocrazie dominanti tese ad accogliere nuovi modelli e consuetudini.

Gli Etruschi scrivevano da destra verso sinistra e hanno lasciato un grande numero di testimonianze epigrafiche, circa 12.000 iscrizioni dalla fine dell’VIII alla fine del II secolo a.C., che è possibile leggere anche se non è noto il significato di tutte le parole.

Dal VI secolo a.C. in poi, la scrittura fu utilizzata oltre che dagli aristocratici anche dal ceto medio e da fasce sempre più consistenti della compagine sociale. Le iscrizioni aumentarono decisamente di numero e furono poste su svariati tipi di oggetti.

Nel cippo funerario n.004, espressione di una produzione tipica di Chiusi del VI secolo a.C., il personaggio principale è uno scriba concentrato sulla tavoletta, uno degli strumenti che gli Etruschi utilizzavano per scrivere.

A Chiusi, in particolare tra il III e il II secolo, la grande quantità di iscrizioni documentano quanto fossero diffusi l’uso e la conoscenza della scrittura. Iscrizioni che ricordano il nome del defunto sono poste in urne cinerarie in argilla, costituite da un’olla a forma di campana con decorazione a motivi vegetali. Una delle olle esposte XXX apparteneva a un personaggio femminile di ceto subalterno come indica la parola lautna.

Un’iscrizione graffita sull’urna XXX in caratteri latini con la raffigurazione della porta dell’Ade, tra due cipressi, tipicamente etrusca dimostra la scelta di alcuni membri della società chiusina di optare per la nuova identità da cittadini romani.