Dalla prima metà del VII secolo a.C., le élite dominanti, a seguito dei contatti con l’elemento greco e vicino orientale, recepirono nuovi stili di vita e, tra questi, l’usanza del banchetto che diventò per gli Etruschi un vero e proprio rito sociale legato all’uso e al consumo del vino. Come ci documentano le raffigurazioni nelle tombe dipinte, dal VI secolo in poi i partecipanti al banchetto erano sia uomini che donne, ritratti nell’atto di mangiare e bere vino, sdraiati su preziosi letti e avvolti in coperte variopinte. Riccamente abbigliati e adorni di corone e gioielli, tengono nella mano oggetti legati al banchetto, come nei personaggi raffigurati sui coperchi di urna esposti nn. 021-022.
Durante il banchetto ci si intratteneva in conversazioni che traevano ispirazione dai racconti mitologici raffigurati sui vasi dipinti. Il banchetto era il luogo ideale per contribuire a diffondere tradizioni e conoscenze.
L’atmosfera conviviale era rallegrata dalla presenza di danzatori, giocolieri e musici. I personaggi impegnati a fare musica, di solito uomini, erano rappresentati al centro della scena, posizione che indica l’importanza che essi rivestivano. Numerosi erano gli strumenti: la tromba, la cui invenzione era attribuita agli Etruschi, la cetra e l’aulos come raffigurato sul cippo del V secolo a.C. n.058.
Questo manufatto fa parte di una classe di materiali tipica di Chiusi, prodotta utilizzando una pietra di facile lavorazione che ha la peculiarità di emanare, nel momento in cui viene estratta, un odore nauseabondo per il quale ha assunto il nome di “pietra fetida”. I cippi erano decorati con molteplici figurazioni rese a rilievo molto basso.
Il banchetto è l’espressione simbolica della ricchezza e della potenza dell’aristocratico nella vita terrena e anche il principale rituale legato al momento di passaggio alla vita ultraterrena e tema ricorrente fissato nelle pitture tombali. Gli Etruschi erano convinti che la “vita” del defunto continuasse anche nell’al di là e che la tomba rappresentasse la sua nuova “casa”. Per questo motivo le tombe a camera riproducevano fedelmente gli interni delle abitazioni.