Il mondo degli Etruschi e le manifestazioni della loro cultura hanno suscitato in passato e ancora oggi stimolano curiosità, interesse e desiderio di conoscenza.
Questo popolo dell’Italia antica, prima dell’unificazione della penisola italiana sotto il controllo di Roma, ha dominato un’ampia zona dell’Italia centrale tirrenica espandendosi a nord nella pianura Padana e a sud in Campania, rivestendo un ruolo di primaria importanza nella storia del Mediterraneo antico.
Le peculiarità che distinguono gli Etruschi dai popoli coevi hanno contribuito ad alimentare la nascita e l’affermazione di misteri e teorie in particolare sulla loro origine e lingua.
L’enigma dell’origine e della provenienza degli Etruschi ha generato, a partire dagli scrittori antichi, le più svariate ipotesi e, ancora oggi, è al centro di importanti ricerche.
L’etruscologo italiano Massimo Pallottino, negli anni Quaranta del ‘900, ha proposto di spostare l’attenzione sul concetto di “formazione” definendo la cultura etrusca come il risultato della fusione di tanti elementi diversi che si è progressivamente maturata e sviluppata in un ampio arco cronologico che va dal X al II secolo a.C.
Così come le origini, anche la lingua degli Etruschi è stata oggetto di congetture tese a creare un alone di mistero che in realtà non esiste.
Gli studi recenti hanno chiarito che la lingua etrusca ha affinità molto specifiche con la lingua pre-ellenica parlata nell’isola egea di Lemno, molto vicina alla penisola anatolica, e presenta anche forti analogie con la lingua parlata dai Reti, una popolazione stanziata a nord dell’Italia preromana nella zona delle Alpi centro-orientali.
Gli Etruschi, che si definivano con il nome di Rasenna ed erano chiamati Tirreni dai Greci e Etrusci o Tusci dai Romani, non furono mai una nazione. Le fonti antiche ci tramandano l’esistenza di una dodecapoli, una lega di dodici Città-Stato o populi quali Cerveteri, Tarquinia, Vulci, Roselle, Vetulonia, Veio, Orvieto, Chiusi, Perugia, Cortona, Arezzo e Volterra che si riunivano annualmente presso il santuario federale dedicato al dio etrusco Voltumna. Nel corso di tali adunanze collettive, a carattere prevalentemente religioso, i rappresentati delle città prendevano anche decisioni di carattere politico o militare.