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Gli etruschi navigatori e commercianti

Le fonti sono concordi nel presentare gli Etruschi come “dominatori del mare” (“talassocrati”) ricordando che i nomi del Mare Tirreno e del Mare Adriatico dipendevano l’uno dal nome che i Greci attribuivano agli Etruschi e l’altro dalla città di Adria a nord della pianura padana.

Molteplici sono le fonti di informazione sulla marineria tirrenica: il ritrovamento di relitti e le raffigurazioni di barche permettono di ricostruire l’aspetto delle imbarcazioni, a vela e ben equipaggiate, destinate sia all’attività commerciale che a quella militare. Lungo le coste, in insenature naturali e presso foci di fiumi, sono stati individuati apprestamenti per l’approdo adeguati a una navigazione a vista e diurna.

Le metropoli etrusche erano dotate di aree portuali ben organizzate che si trasformarono in empori multietnici nei quali la presenza dei santuari garantiva ai mercanti stranieri protezione, correttezza nelle operazioni di scambio e la possibilità di avviare commerci. Inoltre, l’analisi della distribuzione delle merci nei siti etruschi e del Mediterraneo attesta l’esistenza di una fitta rete di rotte sulla quale gli Etruschi, abili nell’utilizzare i venti dominanti e le correnti favorevoli, seppero impostare una vasta e proficua attività commerciale.

Fra il VI e il V secolo a.C. la concorrenza che li contrappose ai Greci nel controllo sul Tirreno alimentò l’immagine negativa degli Etruschi come pirati, i famosi Pirati Tirreni. Tale attività violenta va considerata, in quel contesto storico, sia come forma di espansione politica sia funzionale agli scambi commerciali.

La sempre fiorente attività metallurgica e il forte incremento della produzione di prodotti finiti come vasi di bucchero, ceramica etrusco-corinzia e bronzi aveva dato un forte impulso a esportazioni su vasta scala. Il surplus di derrate alimentari, in particolare vino e olio, diede avvio alla realizzazione di anfore da trasporto mentre la presenza di quelle fabbricate in luoghi differenti del Mediterraneo, rinvenute nei corredi delle tombe di Chiusi nn. 001 002 003, aiuta a comprendere quanto vasta fosse la rete commerciale.