La domus era una tipologia di abitazione utilizzata nell’antica Roma. Era un domicilio privato urbano e si distingueva dalla villa suburbana, che invece era un’abitazione privata situata al di fuori delle mura della città, e dalla villa rustica, situata in campagna e dotata di ambienti appositi per i lavori agricoli. La domus era l’abitazione delle ricche famiglie patrizie, mentre le classi povere abitavano in palazzine chiamate insulae.
Nei tempi più antichi nell’atrium ardeva il focolare domestico attorno al quale si svolgeva la vita familiare. Questa usanza fu presto abbandonata ma restò a simboleggiare il focolare una piccola piattaforma rialzata interna all’impluvio, il cartibulum. Normali pertinenze dell’atrium sono una cappelletta per i Lari, (lararium) e la cassaforte domestica (arca). Dell’atrium Vitruvio descrive cinque tipologie:
- Tuscanicum, il tipo più antico e più largamente diffuso in cui il peso del tetto è sorretto unicamente dalle travature orizzontali.
- Tetrastylum, con una colonna a ciascuno dei quattro angoli dell’impluvium. Ne è un esempio la Casa delle Nozze d’Argento di Pompei.
- Corinthium, con un maggior numero di colonne e un’ampia apertura di luce.
- Displuviatum, di cui manca una sicura documentazione archeologica, con pendenza del tetto verso le pareti laterali che faceva sgrondare l’acqua in docce ai quattro angoli.
- Testudinatum, privo del compluvium, quindi interamente chiuso, utilizzato solo in ambienti piccoli e di scarsa importanza.
In linea con l’ingresso, nella parete opposta dell’atrium, si apriva il tablinium che affacciava a sua volta sul peristylium. Probabilmente non era chiuso da porte ma da assiti e da tende, che nella stagione estiva potevano essere lasciate aperte offrendo ai visitatori una fuga prospettica di nobilissimo effetto.
Le stanze potevano essere pavimentate con tecniche speciali di diverso pregio: cocciopesto, piastrelle di terracotta, mosaici e preziosissimi pavimenti in marmo detti sectilia. Le pareti e a volte anche il soffitto erano decorate con affreschi.
Poiché le stanze avevano una funzione prefissata spesso si adattavano i mosaici alla destinazione dell’ambiente. Per il triclinium, per esempio, la natura morta di cibarie.
I cubicula erano forniti di semplici letti in legno dove si poteva dormire.
Nell’oecus tricliniare erano presenti tre letti tricliniari utilizzati per mangiare durante i banchetti, rimanendo sdraiati si poteva prelevare il cibo dal tavolo centrale.