Il GIFT Festival (Georgian International Festival of Arts in Tbilisi), in onore di Mikhail Tumanishvili, è una celebrazione che ogni anno raccoglie nella capitale georgiana le migliori figure artistiche locali e internazionali allo scopo di offrire un palcoscenico per lo scambio e le cooperazione culturale internazionale.
Nell’ambito del “Focus Italiano” previsto per l’edizione 2018 del festival, il GIFT ospita quest’anno una campagna dal titolo “Giorni della cultura sarda in Georgia”, organizzata in collaborazione con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, l’Ambasciata d’Italia a Tbilisi, Sardegna Teatro e Compagnia, Comune di Cagliari, Fondazione di Sardegna, RAS – Regione Autonoma della Sardegna.
Dal 1-5 novembre 2018 il GIFT Festival invita artisti sardi e georgiani per scoprire le tracce di un legame ancestrale, sebbene poco conosciuto, tra la cultura sarda e quella georgiana. Attraverso opere teatrali, proiezioni, conferenze e pagine di libri vengono esplorate le invisibili similitudini di leggende e culture che legano i due popoli, rintracciando le somiglianze nascoste nell’arte della produzione vinicola, nel canto polifonico, nella cultura pastorale e contadina.
Programma:
Il 2 novembre: l’inaugurazione del focus italiano con la conferenza “Rispondi al futuro” (presso la sala VIP del Teatro Shota Rustaveli di Tbilisi).
La conferenza, apertasi con il discorso introduttivo sul programma culturale sardo del Direttore Teatro Stabile della Sardegna Massimo Mancini, ha visto inoltre l’intervento sulla drammaturgia e sul teatro contemporaneo italiano del Direttore artistico del Festival Tramedautore Michele Pannella.
Il 2 e il 3 novembre: sul palco della Sala Grande del Teatro Shota Rustaveli di Tbilisi lo spettacolo “Macbettu” con la regia di Alessandro Serra del Teatro di Sardegna.
Nella pièce, tratta dal celebre Macbeth di William Shakespeare, le visioni del carnevale sardo si fondono con l’universalità dei sentimenti tipici shakespeariani fino a creare una visione suggestiva tra maschere tetre e passi cadenzati.
Un Macbeth che si esprime in sardo e, come nella più pura tradizione elisabettiana, interpretato da soli uomini. “Nel riscrivere il testo – racconta il regista – tutti i personaggi femminili sono stati omessi e la storia non sembrava subire alcuna ferita. Tutte le donne riassunte in un’unica dea madre reggitrice di morte: Lady Macbeth. L’idea nasce nel corso di un reportage fotografico tra i carnevali della Barbagia tra i suoni cupi prodotti da campanacci e antichi strumenti, le pelli di animali, le corna, il sughero. La potenza dei gesti e della voce, la confidenza con Dioniso e al contempo l’incredibile precisione formale nelle danze e nei canti, le fosche maschere e poi il sangue, il vino rosso, le forze della natura domate dall’uomo, soprattutto il buio inverno”.
Il 4 novembre: la proiezione del film “La stoffa dei sogni” di Gianfranco Cabiddu (presso il cinema Amirani).
Il regista omaggia al contempo Eduardo De Filippo e William Shakespeare, traendo ispirazione dall’opera teatrale “L’arte della commedia” e dalla traduzione in napoletano de “La tempesta”.
“La stoffa dei sogni”, appunto, è una continua citazione shakespeariana e rende omaggio a due maestri del teatro come il Bardo e De Filippo rivelandone le profonde assonanze che hanno a che fare soprattutto con la capacità di entrambi gli autori di “leggere” e poi di raccontare la natura umana nella sua miseria e nobiltà.
Il film racconta le vicende di un gruppo eterogeneo di naufraghi sull’isola dell’Asinara: quattro camorristi, le due guardie che li stavano accompagnando in penitenziario e i quattro membri di una compagnia teatrale. Tre dei camorristi decidono di spacciarsi per teatranti, con l’aiuto (riluttante) del capocomico Oreste Campese, per sfuggire alla cattura da parte del direttore del carcere. Ma De Caro, il direttore, è uomo diffidente e sospetta subito che la compagnia Campese ospiti qualcuno dei carcerati sopravvissuti al naufragio.
Il film ha ottenuto 3 candidature ai Nastri d’Argento, 9 candidature e vinto un premio ai David di Donatello.
Lo stesso giorno: l’esibizione dell’orchestra polifonica sarda “Tenore Murales” nell’ambito del “Folk Party and Arts and Crafts Fair”.
Il nome “Tenore Murales” richiama il fenomeno moderno del muralismo, sviluppatosi a Orgosolo a partire dagli anni ’70. Il tenore, dichiarato dall’UNESCO nel 2005 patrimonio intangibile dell’umanità, che fa rivivere i suoni della natura e degli animali, viene definito pertanto simbolo della cultura e della civiltà agro-pastorale.
Il 5 novembre: l’incontro con Marcello Fois (presso la Biblioteca Nazionale del Parlamento della Georgia), scrittore e sceneggiatore italiano, uno dei principali esponenti della cosiddetta “nuova letteratura sarda”.