Questo sito utilizza cookie tecnici, analytics e di terze parti.
Proseguendo nella navigazione accetti l'utilizzo dei cookie.

Preferenze cookies

Gli arredi della Casa di Giulio Polibio

L’unicità di Pompei risiede nella possibilità di entrare in una città romana di provincia del I sec. d.C. e di introdursi in spazi domestici. La grande casa di Giulio Polibio – uno dei rari esempi di abitazione di età sannitica, costruita tra il III e il II sec. a.C., prima della deduzione della colonia romana – aveva sulla facciata le iscrizioni elettorali dipinte con il nome del proprietario. Era un discendente di un liberto della gens Iulia, la famiglia dell’imperatore Augusto: un noveau riche, che desiderava mostrare la propria ricchezza e raffinatezza con bronzi, statue e vasellame di antiquariato, in una casa le cui decorazioni “antiche” erano state lasciate volutamente percettibili. Gli arredi, segni di status, erano parte di un programma politico con cui Polibio mirava ad accreditarsi per entrare nella vecchia classe dirigente pompeiana.

polibio sostegni per lucerne
Sostegno per lucerne
Casa di Giulio Polibio, triclinio
Bronzo, I sec. d.C.

Sul pavimento del triclinio si è rinvenuta tutta la suppellettile bronzea che costituiva l’arredo da banchetto della casa. Il servizio comprende i recipienti da tavola, oggetti di arredo e di illuminazione, fulcra di letti tricliniari, su cui erano sdraiati gli ospiti a cena. Le pietanze, portate dai servitori, potevano essere scaldate in caldaie e servite in vasellame di bronzo e di terracotta; le brocche per l’acqua e i contenitori per il vino si accompagnavano a bicchieri in vetro e ceramica. La casa ha restituito anche gli utensili da cucina, solitamente con tracce di annerimento da fuoco sulle pareti esterne. Gli interi arredi della casa consentono dunque una lettura storica ed economica della dimensione quotidiana.

polibio lucerna cane

Applique a cagnolino
Casa di Giulio Polibio, triclinio
Bronzo, I sec. d.C.