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Partecipazione italiana alla Biennale di Architettura di Tbilisi

Giunta alla seconda edizione, la Biennale di Architettura di Tbilisi 2020 dal titolo “What Do We Have in Common”, rappresenta un’importante occasione di scambio e condivisione di esperienze, idee e soluzioni progettuali per ricucire le relazioni urbane e paesaggistiche. Quest’anno si svolge in un formato insolito, interamente digitale, e viene trasmessa in diretta streaming sul web e tramite varie piattaforme online.

Nuovo linguaggio urbanistico, architettura industriale, rapporto tra essere umano e paesaggio urbano, spazi collettivi che la realtà di oggi ha trasformato in luoghi vuoti e frammentati, questi e molti altri temi vengono affrontati attraverso vari webinar, workshop, nuove installazioni architettoniche, esperimenti spaziali e altre attività. Il vero protagonista della Biennale è il progetto “Dicho” (il nome deriva da “dicotomia”, la suddivisione di un concetto in due categorie distinte e opposte), ideato e creato dal gruppo di architetti milanesi “(Ab)Normal”. Il progetto consiste nella creazione di due padiglioni, contemporaneamente a Milano e a Tbilisi, per collegare la capitale georgiana e la Triennale di Milano. I padiglioni, attrezzati con telecamere e grandi schermi, rispecchiano il contrasto tra reale e virtuale e diventano così uno “spazio comune” per ospitare i partecipanti della Biennale di Tbilisi.

Con il sostegno dell’Ambasciata d’Italia la Biennale vede la partecipazione di Andrea Mologni, Giacomo Ardesio, Bianca Felicori e Margherita Marri, architetti italiani che dal padiglione di Milano discutono con gli architetti e designer georgiani i processi di adattamento alla nuova realtà che ha rimodulato il nostro modo di abitare e condividere gli spazi.

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